Esistono una molteplicità di metodologie, modalità, strategie.
Lo stesso contenuto (storia, geografia, disegno, musica,...) può essere insegnato con modalità differenti. Il modello cognitivo di alcuni bambini è più adatto per alcune modalità della didattica; può presentare delle affinità con quel particolare modo di insegnare; si adatta allo stile dell'insegnante. Ciò non vale per un'altra porzione di alunni, la quale non si adatta a tale stile o modalità. Quale, allora la "chiave" giusta?
E' compito dell'insegnante capire le difficoltà, lavorare su di esse, al fine di produrre quelle condizioni facilitanti all'apprendimento. L'insegnante deve conoscere una molteplicità di metodologie e modalità. Può avvalersi degli strumenti offerti dalla ricerca.
Il professionista più capace è l'insegnante, egli ha in mano l'architettura cognitiva dei bambini che deve sviluppare e potenziare. L'insegnante deve possedere un atteggiamento sperimentale, scientifico, teso a produrre situazioni problematiche e complesse da risolvere con i bambini, al fine di produrre una mentalità rivolta alla ricerca (non esiste gioco più divertente di quello scientifico!).
Ogni esperienza è unica ed irripetibile. Una data esperienza non può essere ripetuta "tale e quale", ma può essere interrogata, divulgata, può diventare un'occasione di confronto se ben documentata.
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