Presentazione del blog

"Canta pure, Grillo mio, come ti pare e piace [...] se rimango qui, avverrà a me quel che avviene a tutti gli altri ragazzi, vale a dire mi manderanno a scuola, e per amore o per forza mi toccherà studiare; e io, a dirtela in confidenza, di studiare non ne ho punto voglia e mi diverto di più a correre dietro alle farfalle e a salire su per gli alberi a prendere gli uccellini di nido" (tratto da Collodi C., Le avventure di Pinocchio, p. 16)

Aneddoti e paradossi


[Arriva una povera donna stralunata, perché quel giorno era già stata in altre quattordici classi a insegnare arte. Entrava di corsa, con il cappellino di sghimbescio e, diceva: <<Buongiorno, bambini. Oggi disegneremo un albero>>. E tutti i bambini dicevano: <<Magnifico, disegneremo un albero!>>. E poi lei prendeva una matita verde e disegnava un grande coso verde. Ci aggiungeva una base marrone e qualche filo d’erba. E diceva: <<Ecco l’albero>>. Tutti i bambini lo guardavano e dicevano: <<Non è un albero. E’ un lecca- lecca>>. Ma lei sosteneva che era un albero; distribuiva i fogli e diceva: <<Disegnate un albero>>, diceva <<Disegnate il mio albero>>. E quanto prima capivate che cosa intendeva e riuscivate a riprodurre quel lecca- lecca e a consegnarle il foglio, tanto prima ottenevate 10. Ma c’era un bambino che sapeva che quello non era un albero, perché aveva visto un albero che l’insegnante d’arte non immaginava neppure. Era caduto da un albero, aveva intagliato un albero, aveva fiutato l’odore di un albero, s’era seduto sul ramo di un albero, aveva ascoltato il vento soffiare tra le foglie di un albero e, sapeva che l’albero dell’insegnante era un lecca- lecca. Perciò prese i pastelli rosso magenta e arancione e azzurro e violaceo e verde e, scarabocchiò allegramente il foglio e lo consegnò tutto soddisfatto. L’insegnante lo guardò e disse: <<Oh, mio Dio, è un ritardato mentale … Classe differenziale>>] (tratto da Buscaglia L., Vivere, amare, capirsi, pp. 23-24).
E’ sorprendente rendersi conto di quanto sia importante, per essere considerati ottimi alunni, ripetere, ripetere e ripetere come un pappagallo parola per parola, quanto esposto dall’insegnante. Ma tanto più il bambino è bravo (ripetendo passivamente) tanto più non conosce. Una didattica preconfezionata che “imbocca” gli alunni con contenuti didattici/ apprendimenti “precotti” forma bambini che avranno successo scolastico, ma che non saranno in grado, in futuro, di utilizzare in modo creativo quanto appreso a scuola.

“[…] Aveva comunque sempre paura della scuola, il luogo delle sue quotidiane sconfitte, paura dei maestri che si rivolgevano benevoli alla sua coscienza, o che invece gli rovesciavano addosso le loro arrabbiature […]. La scuola gli era sempre apparsa come una prigione, una punizione interminabile […]. Una penitenza che doveva semplicemente subire, muto e rassegnato” (tratto da Ende M., La storia infinita, p. 14).
Non solo nella realtà ma anche e soprattutto nella letteratura la scuola viene presentata come una prigione, una punizione, come appare dallo stralcio tratto da “La storia infinita” di Michael Ende. Si tratta di un vero e proprio paradosso, in quanto la scuola dovrebbe essere uno dei luoghi più allegri e gioiosi del mondo, dove la gioia più grande sta nell’imparare. <<Imparare qualcosa è fantastico perché ogni volta che imparate qualcosa, diventate qualcosa di nuovo>> (Buscaglia L., Vivere, amare, capirsi, p. 19).
Aumentare le proprie conoscenze e abilità permette di diventare liberi, di scegliere e decidere del proprio futuro (Giulia).

<<Vedete, non si è soltanto un insegnante, si è un essere umano. I bambini riescono ad identificarsi con la gente, con gli esseri umani. Hanno invece molte difficoltà nell’identificarsi con gli insegnanti. Quando incominci a comportanti da insegnante, in un ruolo fisso, ti sorprendi a dire una quantità di cose che non avresti mai voluto dire>> (tratto da Buscaglia L., Vivere, amare, capirsi, p. 19)

Il Grillo vi invita a consultare la Bibliografia e Filmografia di riferimento

  • "Figli di un Dio minore" di Randa Haines (1986)
  • "Gli esclusi" di John Cassavetes (1963)
  • "Il ragazzo selvaggio" di Francois Truffau (1969)
  • AAVV. Le buone prassi tra il dichiarato e l'agito. Da tirocinante osservatore a insegnante progettista di sistemi di integrazionee inclusione per il supramento degli handicap e delle difficoltà di apprendimento e di insegnamento, Edizioni AEMOCON, 2009
  • Alice Imola, Le leggi verso le buone prassi dell'integrazione, Edizioni ETS, Pisa, 2008
  • Nicola Cuomo, Verso una scuola dell'Emozione di Conoscere. Il futuro insegnante, insegnante del futuro, Edizioni ETS ,Pisa, 2007